For beauty is nothing but the beginning of terror…: Gino Marotta & Bea Scaccia | Curated by Paola Ugolini

Opening: WEDNESDAY, 1 OCTOBER | 6–8pm

EN:

Richard Saltoun Gallery is pleased to present For beauty is nothing but the beginning of terror…, an exhibition curated by Paola Ugolini that celebrates the resonance between the works of Gino MAROTTA (1935–2012) and Bea SCACCIA (1978–).

In the First Duino Elegy (1912), Austrian poet Rainer Maria Rilke writes: “…For beauty is nothing but the beginning of terror, which we are barely able to endure, and we admire it so because it serenely disdains to destroy us…”. This “sublime” sentence aptly describes the works of Gino Marotta and his former student Bea Scaccia who, in this intergenerational encounter, disturb rather than pacify the gaze.

Dualism, an intrinsic feature of art, is the connecting thread linking Marotta’s unnatural methacrylate animals, created in the 1960s, to Scaccia’s recent paintings and installations.

A prominent figure on the Italian art scene, Gino Marotta was among the first to explore the potential of methacrylate (perspex), an innovative material through which he realised artificial landscapes inhabited by transparent and luminous forms evocative of the animal and plant realms. Having moved to Rome at a young age, Marotta had already begun experimenting  with lead, tin, aluminium and neo-dada assemblages, working between painting and sculpture, and transforming industrial materials into icons of a collective imagination suspended between nature and artifice. With his celebrated artificial forests and caravans of imaginary animals, he created dreamlike environments that reveal both the allure and fragility of nature.

The caravan of methacrylate animals, which appear to advance in a dreamlike and surreal atmosphere, cuts vertically through the gallery space which becomes immersive thanks to Scaccia’s Wall Drawing running along its perimeter. Trained at the Academy of Fine Arts, Bea Scaccia has developed a pictorial practice that reworks surface elements — synthetic furs, jewels, wigs, fabrics — as ambiguous pictorial signs, tools to speak about the darker side of our identity. As the artist emphasises: “My paintings are psychological. They deal with what is underneath the surface, but they use the devices of the surface, of the façade to talk about our darkness.”  Her research investigates constructions of beauty and their connections with monstrosity: ambiguous, theatrical, faceless figures become visionary parodies of social conventions, transforming painting into a critical language capable of exposing the tensions between identity and appearance.

The excess of decoration is deliberate, a kind of organised chaos from which simulacra of human bodies emerge, bodies that, although never fully appearing, are always present like a background symphony. Marotta’s non-human animals are a seemingly cheerful warning of extinction risk, while Scaccia’s ghostly human-animals transport us into a world of queer bodies whose defining element lies in the theatricality of disguise.

IT:

Richard Saltoun Gallery è lieta di presentare For beauty is nothing but the beginning of terror…, mostra a cura di Paola Ugolini, che presenta le opere di Gino MAROTTA (1935 – 2012) e Bea SCACCIA (1978 –).

Nella Prima delle Elegie Duinesi (1912) il poeta austriaco Rainer Maria Rilke scrive “…Perché il bello è sol l’inizio del tremendo, che sopportiamo appena, e il bello lo ammiriamo così perché incurante disdegna di distruggerci…”. Questa frase di per sé stessa “sublime” ben si adatta a descrivere le opere di Gino Marotta e della sua ex allieva Bea Scaccia che, in questo dialogo intergenerazionale, anziché pacificare lo sguardo, lo turbano.

Il dualismo, caratteristica intrinseca dell’opera d’arte, è il filo conduttore che lega gli innaturali animali in metacrilato di Marotta, realizzati negli anni Sessanta, alle recenti opere pittoriche e installative di Scaccia.

Protagonista della scena artistica italiana, Gino Marotta fu tra i primi a introdurre l’uso del metacrilato (perspex), materiale innovativo con cui realizzò paesaggi artificiali popolati da forme trasparenti e luminose ispirate al mondo animale e vegetale. Trasferitosi a Roma da giovanissimo, Marotta aveva già iniziato a sperimentare con piombo, stagno, alluminio e assemblaggi neo-dada, muovendosi tra pittura e scultura e trasformando materiali industriali in icone di un immaginario collettivo sospeso tra natura e artificio. Con le sue celebri foreste artificiali e le carovane di animali immaginari genera ambienti onirici che segnalano al contempo il fascino e la fragilità della natura.

La carovana di animali in metacrilato, che sembrano avanzare in un’atmosfera onirica e surreale, taglia verticalmente lo spazio espositivo della galleria che, grazie al Wall Drawing realizzato da Scaccia lungo tutto il perimetro dei muri, diventa immersivo. Bea Scaccia, ha sviluppato una pratica artistica che rielabora gli elementi della superficie – pellicce sintetiche, gioielli, parrucche, tessuti – come segni pittorici carichi di ambiguità, strumenti per parlare del lato oscuro della nostra identità. Come sottolinea l’artista: “I miei dipinti sono psicologici. Si occupano di ciò che sta sotto la superficie, ma usano gli espedienti della superficie, della facciata per parlare della nostra oscurità.” La sua ricerca indaga le costruzioni della bellezza e le loro connessioni con l’idea di mostruosità: figure ambigue e teatrali, prive di volto, diventano parodie visionarie delle convenzioni sociali, trasformando la pittura in un linguaggio critico capace di esporre le tensioni tra identità e apparenza.

L’eccesso di decorazione è voluto, è un caos organizzato da cui emergono dei simulacri di corpi umani che, pur non apparendo mai, sono sempre presenti come fossero una sorta di sinfonia di fondo. Gli animali non umani di Marotta sono un monito, apparentemente allegro, al rischio di estinzione mentre i fantasmi di animali umani di Scaccia ci trasportano in un mondo di corpi queer che trovano la loro cifra distintiva nella teatralità del travestimento.